Canavesana di adozione (è nata, infatti, a Budrio (BO) il 3 agosto 1913), pittrice e poetessa, Alba Gentili ha conosciuto successi ed affermazioni sia in Italia sia all’estero, creando delle tele in cui il paesaggio si alterna alla ritrattistica e sulle quali aleggia la felicità ispirativa della sua originalissima vena poetica.
All’età di sei anni la sua famiglia si trasferì in Piemonte, in quanto il padre Giulio fu chiamato dall’adorato nipote Carlo Magnoni per mansioni di fiducia nel suo stabilimento Magnoni & Tedeschi di Cafasse Torinese, dove la giovane Alba visse un’infanzia e una gioventù felice, fra tanti amici e spensieratezza; e nella villa al lago a Lierna, della cugina Ines. I sedici anni la videro anche, molto bella, miss Cafasse in costume d’epoca.
Ma quanto più desiderava Alba, erano i viaggi con la zia Blanda, madre di Carlo, che abitava a Milano ed era oltrechè colta, assai divertente. Alba ebbe allora diverse opportunità di frequentare mondi culturali e artistici verso i quali si manifestava già da allora la sua propensione, dimostrando nel contempo un’indipendenza violenta ed una personalità non facilmente piegabile. Un suo bisavolo amava correre per le strade del mondo alla ricerca di quella che chiamava la “verità”.
E questa stessa verità la pronipote l’ha cercata e trovata nella solitudine della terra che ama e che veste con una cromia che non indulge a compiacimenti visivi, ma scava negli scavi già fatti dalla natura per poi abbandonarsi ad un amore di contemplazione che non ha mai vissuto altrimenti.
A ventuno anni Alba sposa il giovane imprenditore mathiese Ernesto, fedele compagno dell’intera esistenza, di indubbia rettitudine e bontà e costante sostenitore della sua arte. Dopo due anni nacque Maristella.
Per varie vicissitudini legate alla guerra venne purtroppo abbandonata l’attività familiare di pastifici e mulini e ci fu il trasferimento in una triste Torino, già presaga dei prossimi bombardamenti; rimanendo però costante il sogno di ritornare all’amato Canavese.
La Casa Bianca
Il ritorno avvenne negli anni sessanta e scelta Benne di Corio per costruirvi una casa, là dove esistevano appezzamenti di terreno di famiglia……. “la casa bianca… e la matassa di filo per far volare l’aquilone” “ la casa bianca…e la notte scura, l’ombra del monte col pennacchio di fumo.”
Sovente sola contro tutti (e non di rado anche contro se stessa), assistita da un ammirevole coraggio e da un temperamento dalla marcata indipendenza che non accetta, né ammette costrizioni, Alba Gentili è una di quelle tempestose, geniali suscitatrici di emozioni con ascendenze estetiche che risalgono a El Greco ed a Corot. Da “Opinioni libere” 1984.
Autodidatta, a Benne Alba Gentili completa i suoi studi e può finalmente liberare il suo spirito artistico, utilizzando l’elegante misura della cultura piemontese. Una cultura raggiunta dopo anni di lunga ricerca nello studio continuo, artista libera e soprattutto soggetto, non oggetto della vita.
È allora in felice compagnia di valenti pittori coriacesi della scuola di Colmo, tutti con tela e cavalletto all’aperto, tra lande e brughiere. Così nascono le prime vaude, ma sempre con una sua originale e affascinante pittura. E nelle “Vaude” (che essa ha visitato le prime volte con Barrera e Scavini e di cui ha più volte decantato il mistero con Aurelio Peccei quando questi era ad Ivrea) essa ritrova come Anteo la forza simbiotica, la “liaison” che neutralizza le cadute e rigenera gli slanci per andare oltre, verso il nuovo e verso l’ignoto, come aquila ferita e risanata.
Il Pomario e il Canavese
Anni ‘70 nasce il Pomario. Al limitare del grande giardino di fiori, di pini, di piante da frutta, di alte Gaggie “che in fondo al verde prato s’ergono sparute e gracili e guardano lontano lontano!” Alba Gentili vuole costruire una casa d’arte che sarà il suo studio e dove poter radunare artisti, estimatori d’arte; promuovere personali; ma anche eventi culturali finalizzati a opere di bene, che furono molte nel tempo.
Per citarne alcune: A favore restauri Parrocchia di Benne-Personale ‘73; A favore Casa di Riposo di Mathi Chantal, tutti gli incassi della mostra di Parigi; A favore “Lotta contro i tumori” – intervento prof. E. Anglesio – Personale ‘74
È il suo Pomario un’imprevedibile isola di silenzio nel cuore del Canavese donde principiano le ondulate sinuosità di quelle “Vaude” suggestive nella loro asprezza, con la loro vegetazione intricata e selvaggia, evocatrice di una primitività ancestrale che ben si intona con l’istintività, con la tumultuante passionalità di un’indole per la quale la vita è arte, allo stesso modo di come l’arte è più che mai vita. Anni e anni di simbiosi spirituale e sensuale con questi paesaggi silvestri che essa ha scoperto nel lontano 1934 hanno fatto di Alba Gentili una personalità, un personaggio dalla risonanza Internazionale. E la nomina a Cavaliere della Repubblica da parte del Capo dello Stato ha voluto significare la tangibile e concreta gratitudine per una donna che in Europa, in Africa, nelle Americhe ha fatto conoscere un lembo della nostra Italia, del Piemonte.
A fine anni ‘90, dopo una brutta caduta, Alba Gentili desidera riunirsi alla figlia, sposata, che abita in Versilia. Abbandona il Pomario senza rimpianti, anzi con animo felice, già sognando il nuovo incantevole eremo che l’aspetta, fra i pini, il profumo delle resine e il salso del mare a poca distanza. Vive allora cinque anni di tranquilla felicità e pur impedita nel passo, sempre alla ricerca di nuovi paesaggi e nuove emozioni pittoriche
Muore il 30 gennaio 2003 a novanta anni, nel sonno, senza sofferenze, ritornando come aveva già disposto, alla sue Vaude, che ora accarezza dall’alto, nel nuovo Cimitero di Benne dove riposa.
Nell’archivio segreto della sua interiorità avevamo letto e leggiamo ancora una volta:
“La mia terra, / unica vera amica, /serenamente, / senza disperazione, mi aspetta”.
È il dolore che ispira l’artista. È nel dolore il sentiero che porta al cielo.
È il dolore che cerca l’accordo con l’infinito.